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MENO RIFIUTI, PIÙ RISORSE

Un nuovo modello economico

L’idea di valorizzare i sottoprodotti dell’industria olearia segue una visione ancora più ampia, che risponde alle esigenze del nostro tempo di rivalutare radicalmente l’intero modello economico di cui siamo figli: l’economia lineare che parte dalla certezza che in qualsiasi processo produttivo una parte di esso si trasformi in scarto o rifiuto.

UNA SCELTA SOSTENIBILE

UNA SCELTA SOSTENIBILE

Il cambiamento climatico ci spinge verso una responsabile trasformazione del tipo di economia di cui facciamo parte ed è qui che entra in gioco l’economia circolare

Non è più sostenibile considerare i residui di lavorazione come scarto o rifiuto, piuttosto, abbiamo il dovere di trasformarli in risorse da reinvestire e re-immettere nel sistema. Nell’industria olearia ed in particolare nei classici frantoi a tre fasi, il problema più grande è legato alle acque di vegetazione che in grandi quantità rischiano di distruggere gli ecosistemi in cui vengono versate, se non trattate adeguatamente.

Con il sistema a due fasi invece, il “fango” che si origina dalla separazione dell’olio viene lavorato ulteriormente allo scopo di ottenere due sottoprodotti: il nocciolino e la sansa umida. Il nocciolino viene usato per alimentare le caldaie a biomassa e rispetto ai pellets o cippati è più ricco dal punto di vista calorifico e da quello della pulizia di combustione, non rilasciando resina. La sansa umida la affidiamo ai nostri partner di filiera che attraverso un processo di “digestione anaerobica” la trasformano in biogas allo scopo di creare energia elettrica e termica.

Il cambiamento climatico ci spinge verso una responsabile trasformazione del tipo di economia di cui facciamo parte ed è qui che entra in gioco l’economia circolare

Non è più sostenibile considerare i residui di lavorazione come scarto o rifiuto, piuttosto, abbiamo il dovere di trasformarli in risorse da reinvestire e re-immettere nel sistema. Nell’industria olearia ed in particolare nei classici frantoi a tre fasi, il problema più grande è legato alle acque di vegetazione che in grandi quantità rischiano di distruggere gli ecosistemi in cui vengono versate, se non trattate adeguatamente.

Con il sistema a due fasi invece, il “fango” che si origina dalla separazione dell’olio viene lavorato ulteriormente allo scopo di ottenere due sottoprodotti: il nocciolino e la sansa umida. Il nocciolino viene usato per alimentare le caldaie a biomassa e rispetto ai pellets o cippati è più ricco dal punto di vista calorifico e da quello della pulizia di combustione, non rilasciando resina. La sansa umida la affidiamo ai nostri partner di filiera che attraverso un processo di “digestione anaerobica” la trasformano in biogas allo scopo di creare energia elettrica e termica.

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